La fabrique de nos servitudes
Asservite all’informazione, all’efficacia tecnica e agli algoritmi, le nostre società mostrano oggi tutti i segni di una crisi epocale: pandemia, cambiamenti climatici, dissesto sociale e psichico sono sintomi della nostra impreparazione culturale, politica, sociale. Come pensare l’avvenire in un mondo che fabbrica servitù?
Roland Gori, psicoanalista, iniziatore dell’Appel des Appels, con la lucidità e la passione intellettuale che gli sono consuete, analizza nel suo ultimo libro le forme di schiavitù della società contemporanea e disegna le linee di resistenza.
Nelle nostre società di controllo l’informazione è il mezzo privilegiato per sorvegliare, normalizzare e dare ordini. Le informazioni, molecole della vita sociale, diventano i soggetti dell’esistenza, il vero obiettivo dei poteri politici ed economici. Il linguaggio numerico rinchiude le soggettività dentro una rete di norme sempre più dense e vincolanti. Le ideologie scientifiche spesso finiscono per legittimare questo “naturalismo economico” trasformando il cittadino in soggetto neuro-economico e la sua educazione in accumulo di competenze in vista delle competizioni future.
Le fabbriche di servitù mettono in cattività gli individui e le popolazioni in nome dell’efficacia tecnica e nell’illusione di un benessere procurato dagli algoritmi e dalla mondializzazione commerciale. Per uscirne occorre modificare i nostri habitus e le nostre abitudini, occorre restaurare la forza rivoluzionaria del linguaggio e della metafora, ristabilire il potere delle “narrazioni” (fictions). L’ordine esistente ha sempre odiato le utopie, la loro potenza visionaria, le loro esperienze di pensiero. L’utopia non può essere ridotta a un genere letterario o alla rêverie politica di un futuro improbabile: è una posizione etica e politica, uno stile, un nucleo di libertà.
Nella storia della schiavitù e delle lotte sociali i “marronnage” attraverso la danza, il canto, il racconto, sono stati vie di emancipazione. Resistere alle fabbriche di servitù con l’utopia è un nuovo modo di agire e di pensare l’infinito, il complesso, l’instabile, il molteplice, il diverso, come il vivente esige. (Roland Gori)
Cliccando sul link potrete leggere il prologo del libro in traduzione italiana.