L’Oresteia di Theodorus Terzopoulos

"Dioniso è un animale, un uomo, una donna, un folle e soprattutto un diverso; attraverso il mio teatro riconosco l'altro, un profugo, un naufrago, un omosessuale. Dioniso ti conduce alla tua parte buia, all'incubo, rivela quell'oscurità che l'arte può e deve illuminare". Così dichiara Terzopoulos in un’intervista di qualche anno fa. Maestro del teatro contemporaneo, ha portato in scena a Epidauro - replicando poi in vari teatri greci e, in Italia, all’Olimpico di Vicenza -, l’Oresteia di Eschilo: uno spettacolo sconvolgente, che mostra la potenza di un teatro capace di farsi carne, suono, soffio, canto, ritmo: un teatro animato dal respiro di Dioniso.

"Storia della follia nell’età classica" di Michel Foucault: il significato della follia.

In occasione della pubblicazione dell’"istoire de la folie à l’age classique", il filosofo Jean Lacroix (1900-1986) scrive per Le Monde una recensione in cui mette in luce le grandi questioni sollevate da Foucault in questo libro straordinario. Il breve testo di Lacroix apre la pubblicazione di una serie di materiali provenienti dal lavoro su Michel Foucault realizzato qualche anno fa su iniziativa di OfficinaMentis nella cornice del Seminario sull’(In)attualità del pensiero critico.

Hannah Arendt e il sogno di una federazione post-nazionale e post-coloniale

Pubblichiamo la seconda parte del testo che fa riferimento a Ebraismo e modernità, di H. Arendt. H Arendt pensava che una federazione potesse rappresentare una soluzione politica al conflitto arabo-israeliano. In filigrana, si può cogliere il sogno non di una nazione ebraica ma di una "cittadinanza" che superi ogni idea di nazione.

Hannah Arendt e il sogno di una federazione post-nazionale e post-coloniale.

Il testo che presentiamo in traduzione italiana illustra le posizioni di Hannah Arendt sulla questione ebraica, il sionismo, la fondazione dello Stato di Israele, il conflitto con le popolazioni arabe, la possibilità della pace in Medio Oriente. Il testo fa riferimento a una serie di saggi pubblicati da Feltrinelli nel 1993 col titolo "Ebraismo e Modernità". L'analisi di H. Arendt, lucida e profetica, ci pare uno strumento fondamentale per comprendere qualcosa dell'immensa tragedia in corso.

Una politica dell’umanità

Il filosofo senegalese Souleymane Bachir Diagne (Columbia University, New York) offre il suo punto di vista intorno al complesso tema dell’universalismo, dell’universalità, del pluralismo delle lingue e dei mondi. Ci troviamo immersi in riferimenti filosofici e letterari di ampio respiro per arrivare infine alla questione dello statuto degli oggetti d’arte e della restituzione del patrimonio africano sottratto o acquisito in epoca coloniale.

I valori europei sono universalizzabili?

Le Grand Continent ha aperto un dibattito sul complesso problema dell’idea europea di universalismo. Proponiamo in traduzione italiana l’articolo della filosofa francese Myriam Revault d’Allonnes. Non c’è altro universale che quello aperto all’alterità e abitato dalla pluralità: questa la tesi centrale. Per comprenderla, occorre abbandonare la logica binaria in cui si affrontano, da un lato, un universale dominante e autoproclamato e, dall’altro, la critica di una universalità ridotta al solo dominio.

L’anno degli spettri

L’articolo che proponiamo, scritto dal grande antropologo napoletano Alfonso Maria Di Nola, è un affascinante percorso nella trama di sopravvivenze arcaiche che sottende le nostre vite. Vi è esplorato il misterioso e inquietante periodo di dodici giorni che separa Natale dall’Epifania: tempo di rischio in cui si attraversa il ciclo annuale di morte e rinascita, in un passaggio variamente affrontato da tutte le culture, in ogni tempo e in ogni luogo.

Discorso di conferimento del Dottorato honoris causa in Scienze Politiche, Parigi, a Elena Zhemkova

Negli ultimi giorni di un anno che rimarrà nella Storia e che senza dubbio cambierà il nostro mondo desideriamo rendere omaggio all’opera immensa dell’organizzazione Memorial. Premiata in questo stesso anno col Nobel per la pace (insieme al militante bielorusso per la democrazia e i diritti umani Ales Bialiatski e al Centro Ucraino per le libertà civili), Memorial lavora instancabilmente da oltre trent’anni per documentare i crimini perpetrati dal regime sovietico, in particolare nel periodo staliniano, e trasmetterne la memoria. Questa difficile e dolorosa battaglia si accompagna alla lotta contro le violazioni dei diritti umani ed è a pieno titolo battaglia contro ogni forma di totalitarismo e di offesa all’umano, ovunque si manifesti. Sebbene possa apparire fragile davanti al divampare della barbarie e della violenza, l’esercizio della verità, della solidarietà, della trasmissione alle nuove generazioni è lo strumento più importante di cui disponiamo.

Discorso al Municipio di Stoccolma

Svetlana Aleksievič (Premio Nobel per la letteratura 2015) ha più volte dichiarato che non le interessa l’ideologia. Le interessa il “percorso dell’anima”, ciò che la persona ha vissuto nella catastrofe della guerra, dell’esplosione nucleare, nell’annientamento improvviso del suo mondo. Quest’opera “polifonica”, memoria e testimonianza “della sofferenza e del coraggio nel nostro tempo” – così recita la motivazione dell’Accademia di Svezia

Porte nel multiverso di Julia Kristeva

L’interesse per Dostoevskij di Julia Kristeva, celebre saggista, psicoanalista e scrittrice, ha portato alla recente pubblicazione di due libri dedicati al grande russo, il primo dei quali presente in traduzione italiana (Julia Kristeva, Dostoïevski, Buchet-Chastel, 2019, trad. it. di Lila Grieco, Dostoevskij. Lo scrittore della mia vita, Donzelli, 2020). Il testo che proponiamo ripercorre, a partire da qui, il cammino intellettuale ed esistenziale di una delle più acute pensatrici del nostro tempo.

Un oceano poetico di vertiginosa bellezza

Ulisse, archetipo dell’immaginario occidentale, ha attraversato le acque tempestose del XX secolo e ha espresso le inquietudini dell’uomo contemporaneo in capolavori assoluti, da Joyce a Walcott. Ma quando a confrontarsi con il mito antico è un autore greco, si tratta di un’operazione culturale con un forte investimento sul sé, una riflessione sulle proprie radici, sul privilegio e il peso dell’eredità. Per il cretese Nikos Kazantzakis (1883-1957), intellettuale eclettico e sperimentatore...

Nikos Kazantzakis: alla ricerca d’assoluto

Ci sono autori immensi, destinati a lasciare tracce perenni e capaci di cambiare l’animo del lettore che abbia avuto la fortuna di incontrarli e leggerli. Fra i maestri della letteratura europea del Novecento un posto particolare spetta al cretese Nikos Kazantzakis, del quale possiamo oggi leggere la magnifica Odissea, magistralmente tradotta da Nicola Crocetti e, nella bellissima traduzione di Gilda Tentorio, il diario di uno dei suoi innumerevoli viaggi. Un breve ritratto ci introdurrà alla sua opera.

Tradurre è necessario, cioè (im)possibile

Nel discorso, cui abbiamo accennato nelle ultime pagine del pre cedente capitolo, che tende a sottolineare la assoluta alterità, dis simmetria, incomparabilità di individui e culture – allo scopo di salvaguardarne l’alterità – è all’opera un certo pensiero della traduzione, del rapporto tra traducibilità e intraducibilità, che merita di essere interrogato. Come pensare il rapporto a un testo, a una lingua, a una cultura «altra»? E alla «propria»? È possibile determinare...

Sporcarsi le mani con Dostoevskij

Ricordo l'interrogatorio del bibliotecario della Federiciana di Fano (Marco Ferri, che in seguito l'avrebbe diretta) quando, liceale, gli restituii i Karamazov dopo neanche una settimana dal prestito. “Non l'hai finito?”. L'ho letto tutto, gli ribattevo, l'ho sbranato. Ivan, Dmitrij, Alëša, il diavolo, Smerdjakov, Zosima, la sofferenza di ogni essere umano, lo strazio per un'armonia superiore che non si incarna sulla ...

Un virus troppo umano

Spesso si è detto che, a partire dal 1945, l’Europa ha esportato le sue guerre. Caduta a pezzi, non ha saputo fare altro che diffondere la propria disunione nelle sue ex-colonie, intrecciando alleanze e creando tensioni con i nuovi poli del mondo. Tra questi poli l’Europa era soltanto un ricordo, benché fingesse di avere un avvenire...

Omaggio a Claudio Abbado

Mi decido a scrivere. Il desiderio di rendere omaggio a Claudio Abbado è come un debito che chiede di essere estinto. Sono passati due mesi e il clamore ormai si è spento. Le nebbie della retorica si sono disperse, mentre le parole autentiche continuano a far sentire la loro presenza...