A cosa servono i poeti?

Le ribelli di Port-Royal

Sabato 8 febbraio 2025

Siamo nel Seicento, in Francia. Angélique Arnauld, una giovane badessa di diciotto anni, monacata a otto, appartenente a una nobile e facoltosa famiglia, decide di riformare il monastero cistercense di Port-Royal. Reintroduce la clausura e il 25 settembre del 1609 rifiuta l’ingresso al padre, realizzando un’inaudita rottura materiale e simbolica con la famiglia e i valori del tempo. Una grande storia di rivolta, cultura e libertà che sentiamo il desiderio di raccontare.

Dichiarazione dei poeti (Déclaration des poètes)

22 giugno 2024

Mentre il Mediterraneo continua a inghiottire corpi, sogni e speranze, mentre crescono i nazionalismi xenofobi e il naufragio degli innocenti scuote sempre meno le coscienze, sembra impossibile “disegnare la via di un altro immaginario del mondo”. Tratta da Frères migrants, un libro che è insieme appello e manifesto politico, la “Dichiarazione dei poeti” convoca i poeti perché facciano sentire la loro voce – contro l’odio, l’intolleranza, la xenofobia, l’indifferenza.

Maria Callas: attrice del Novecento

Sabato 8 giugno 2024

Maria Callas ha trasformato profondamente e irreversibilmente il teatro d’opera, agendo non solo sul repertorio e la tecnica vocale, ma sull’opera stessa in un intreccio costante tra aspetti vocali e realizzazione scenica. Su questo tema riflette Gerardo Guccini, in un testo appassionante che ci immerge nel mondo della Callas attrice per interrogarlo con la rigorosa competenza dello studioso di drammaturgia.

Che cosa può la letteratura quando non può?

Discorso di Strasburgo, aprile 2024

Un appassionato e potente atto d’accusa all’indifferenza e alla violenza che governano il mondo. Contro di essi che cosa può la letteratura? Che cosa possono la parola e l’arte? Presentiamo in traduzione italiana un estratto dal discorso che il celebre scrittore martinicano ha pronunciato a Strasburgo, quest’anno capitale mondiale del libro.

Pier Paolo Pasolini: una lettura della nostalgia

22 aprile 2023

Franco Zabagli, profondo conoscitore dell’opera di Pasolini e custode dei suoi manoscritti al Gabinetto Vieussieux di Firenze, in un appassionante percorso e passo passo dipanando il filo della nostalgia, rintraccia i luoghi e i modi con cui questo sentimento agisce nell’opera poetica e cinematografica di Pasolini. Elemento centrale della sua identità esistenziale, la nostalgia diventa col tempo lo strumento per una interpretazione lucidissima e disperata del suo periodo storico, in cui non ci sorprenderemo di sentir risuonare gli echi profetici del nostro presente. Fa da contrappunto la lettura di alcune poesie scritte tra gli anni Sessanta e Settanta.

Nel tempo delle utopie radiose: creazione e follia nella Russia degli anni Venti

Sabato 13 maggio 2023

Nella Russia sovietica degli anni Venti l’Accademia di Stato delle scienze dell’arte, fondata su un programma concepito da Kandinskij, raccoglie per dieci anni filosofi, psicologi, fisici, storici dell’arte e della letteratura, per ripensare il lavoro della cultura integrando tutte le forme di creazione. In questo contesto unico in Europa lo psichiatra Pavel Karpov lavora sule attitudini creatrici liberate dalla malattia mentale: non un’arte dei folli ma, in un completo mutamento di prospettiva, la follia come metafora culturale del fare creatore.

NATURALIS – INSTRUMENTALIS– HUMANA - MONDANA. I percorsi musicali nella "Divina Commedia"

4 dicembre 2021

Condotto da Dante, il lettore che compia il viaggio oltremondano della "Commedia" e si renda attento, scoprirà di essere immerso in un mondo di suoni, sapientemente orchestrati dal Poeta: stridii, grida, tumulto nell’oscurità infernale, canti melodiosi nel Purgatorio, armonie di sovrumana bellezza nella luce abbagliante del Paradiso.Dalla disarmonia dei gironi infernali all’armonia delle sfere celesti, dalle sonorità stranianti e sgraziate dell’Inferno alle liturgie estatiche del Paradiso: così la musica accompagna e scandisce il periglioso cammino dell’anima verso l’amore.

Tradurre la "Commedia" in francese

20 novembre 2021

La traduzione non può essere un calco dell’opera ma deve renderne la luce. È la nascita di un’altra opera, è un dialogo tra due culture, due tempi, due lingue, è un doppio incontro: del traduttore con l’opera e con il suo futuro lettore. Con la "Commedia" ci troviamo davanti a problemi grandi e significativi. Da settecento anni, che cosa è arrivato fino a noi della cultura di Dante? Come non tradire il suo pensiero e la sua poesia? E per chi si traduce oggi? Per un pubblico specializzato? O, più probabilmente, per il grande pubblico? Sarà ripercorsa la storia delle traduzioni francesi della "Commedia", mostrando come l’impresa traduttiva riverberi il mutare della lingua, della cultura e della società.

“Se presso al mattin del ver si sogna”

2 ottobre 2021

“Se presso al mattin del ver si sogna”: è il settimo verso del canto XXVI dell’Inferno. Il canto si apre con un’invettiva a Firenze: Dante annuncia alla città prossime sciagure facendo riferimento a un sogno profetico da lui avuto, del quale sottolinea la veridicità collocandolo all’alba: “se presso al mattin del ver si sogna”, se i sogni fatti all’alba sono veritieri. Il verso di Dante sarà posto a confronto con la "Traumdeutung" di Freud e sarà affrontata la questione del rapporto sogno/verità,.

“Le cose tutte quante hanno ordine tra loro”. Armonie e disarmonie nelle rappresentazioni dantesche della natura

16 ottobre 2021

Con l’avvento della Scolastica si produce un profondo cambiamento nella concezione della Natura e la valenza simbolico-allegorica, così caratteristica della sensibilità medievale, perde terreno. Saranno i poeti a perpetuare l’immagine di una realtà naturale che, attraverso una fitta rete simbolica, allude ad altro da sé e l’idea di una unità tra Dio e natura. Il rapporto di armonia o disarmonia che lega creatore e creatura sarà il filo conduttore che ci guiderà dai paesaggi stravolti dell’Inferno alla luminosa ricomposizione del Paradiso.

Eliot e Dante: “e quindi uscimmo a riveder le stelle"

24 aprile 2021

Nel 1927 Eliot si convertì alla Chiesa d’Inghilterra: la conquistata spiritualità svolge un ruolo importante nel passaggio dal mondo degradato e desolato di "The Waste Land" al Paradiso dei "Four Quartets", attraverso il Purgatorio di "Ash Wednesday." Dante è ancora con lui, non solo nella ripresa di versi e immagini, ma anche nella tensione spirituale che accompagna questo percorso: dalla sterilità e degradazione della realtà contemporanea, dalla prigione della materia verso le sublimi altezze dello spirito, per testimoniare che fra le tenebre si sta facendo spazio la luce del giorno.... Si conclude con questa seconda tappa il nostro percorso attraverso le risonanze, gli echi, le identificazioni, che appartennero al rapporto tra i due poeti.

Eliot e Dante: due poeti all’Inferno

10 aprile 2021

Nel ciclo dedicato a Dante per i 700 anni dalla morte, due conferenze ci hanno permesso di esplorare le ‘affinità elettive’ tra i due poeti. La poesia di Dante è per Eliot quella che ha avuto l’influenza “più duratura e più profonda” sui suoi versi. In questa prima parte percorreremo, attraverso l’Inferno di Eliot - "The Waste Land" -, e quello di Dante, il cammino di degradazione e di perdita di sé dell’uomo moderno, immerso in un quotidiano senza speranza, in un mondo dominato dall’anarchia e dalla degenerazione di tutti i valori.

Il Purgatorio dantesco tra poesia e teologia

20 marzo 2021

“Il Purgatorio supera in poesia il cielo e l’inferno, in quanto rappresenta un avvenire del quale entrambi sono privi.” Questa frase di Chateaubriand, posta da J. Le Goff come incipit a La nascita del Purgatorio, sintetizza alcuni punti di arrivo dell’arte e della visione religiosa del XIII – XIV sec. e, in genere, delle epoche successive. A partire dal...

"Fatti Vivo" di Chandra Livia Candiani

11 novembre 2017

È con l’immagine della porta che si apre l’ultima raccolta di poesie di Chandra. Ed è su questa immagine che desidero soffermarmi per aprire l’incontro di oggi pomeriggio. La porta è soglia, è limite, linea di confine e cerniera tra mondi. La porta è anche enigma perché, nel suo chiudersi, schiude l’ignoto. Ho voluto vedere in questa immagine così evocativa la rappresentazione dello stesso fare poetico, nella misura in cui questo diventa capace di collegare il visibile e l’invisibile, la parola e ...

Lucrezio o la trasfigurazione poetica della Filosofia

26 ottobre 2019

Se non avesse conosciuto l'Epicureismo forse Lucrezio non avrebbe scritto niente e di lui non sarebbe sopravvissuto nemmeno il nome; d'altro canto, se Lucrezio non avesse provveduto a divulgare entusiasticamente il pensiero del suo maestro, forse la filosofia di Epicuro non avrebbe conquistato la latinità. Lucrezio fa da ponte fra la Grecia e Roma e lo fa utilizzando uno strumento, la poesia, trattato con violenta ostilità da Epicuro stesso che lo considerava suscitatore di passioni insane, atte a ...

Sul dissidio tra Poesia e Filosofia

16 Febbraio 2019

Già nello Ione, e poi in maniera definitiva nella Repubblica, prende forma l’opposizione tra poesia e filosofia. Il programma di Platone, in quel preciso momento storico, è di sostituire alla «poesia» - e ai suoi strumenti di diffusione - la «filosofia» con i suoi nuovi strumenti - primo fra tutti la discussione dialettica -, come base formativa dell’anima dell’uomo. Benché ci sia una radicale differenza tra la concezione della poesia dell’uomo antico e quella dell’uomo moderno, non c’è dubbio che ...

INUTILITA’ DELLA POESIA

08 febbraio 2018

La poesia, per chi la scrive come per chi la legge, è un’arte che comporta un’atomizzazione; è assai meno sociale della musica o della pittura. E poi la poesia ha una certa inclinazione per il vuoto, a cominciare, diciamo, da quello dell’infinito. Ma il dato principale, dal punto di vista storico, è che la proporzione tra il pubblico che si rivolge alla poesia e il resto della società non è certo entusiasmante. […] Ora, la lirica è la forma suprema di eloquio umano in ogni cultura. Una società che non è capace di...

Il rapporto tra parola e immagine nella poesia di Paul Celan

27 gennaio 2018

Celan rispose con i suoi versi alla nota affermazione di Adorno che “dopo Auschwitz, nessuna poesia, nessuna forma d'arte, nessuna affermazione creatrice è più̀ possibile”. Celan parlò e cantò per la memoria del mondo, spingendo il linguaggio verso il punto più̀ crudele e insieme più̀ intimo, riaffermando sul male e sul silenzio il potere del poeta. In occasione del conferimento del premio letterario Città di Brema...‍