La pace perpetua di Immanuel Kant: un’utopia?
Lo stato di pace tra gli uomini, che vivono gli uni a fianco degli altri, non è uno stato naturale": per Kant la pace è artificiale, va costruita, esiste solo come sforzo cosciente dell’uomo, in quanto lo stato naturale "è piuttosto uno stato di guerra e, anche se non sempre si ha uno scoppio delle ostilità, c’è la loro costante minaccia".
E poiché i trattati di pace sono soltanto tregue, pause temporanee tra una guerra e l’altra, la pace non può essere concepita che come “perpetua”: compito nuovo che l’umanità dovrà proporsi e affrontare, oggetto da edificare indefinitamente, processo mai compiuto una volta per tutte.
La celebrità del testo di Kant, redatto nel 1795, non deve nulla al caso: in rottura radicale con le tesi che lo precedono, getta le basi concettuali di tutta la riflessione moderna sulla pace mondiale e sul cosmopolitismo. La sua rilettura ci sembra più che mai necessaria.