Guerra e pace secondo Freud
Ingresso libero. Posti a disposizione limitati
Ogni guerra ha le sue ragioni: storiche, politiche, economiche, sociali. Ma cosa pensare della Guerra come fenomeno antropologico generale? La consideriamo un’anomalia, un’aberrazione, uno scandalo, una mostruosità, una follia, qualcosa che non dovrebbe esserci. Eppure la guerra non esce dalla Storia, segue la civiltà come un’ombra: così facendo ne interroga i limiti e la natura stessa, la genesi e il cammino. Come spiegare che ogni civiltà, opera degli uomini e al servizio della loro vita, corra invariabilmente verso il precipizio?
È a questo livello che si colloca la riflessione freudiana, espressa in due testi, uno scritto nel 1915, l’altro nel 1932, in un arco di tempo che si dispiega tra la prima Guerra e i segni prodromici della seconda.
Di questa riflessione, irrinunciabile per noi, testimoni e attori di un cupo tempo storico, cercheremo di dare conto.